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Tipologie e pericolosità
Si trova in natura sotto forma di diversi silicati, altamente fibrosi.
Nell’800, per la sua estrazione, venivano utilizzati, anziani, donne e bambini (è un materiale leggero e si trova in superficie). Con la Rivoluzione Industriale la sua presenza si è diffusa ovunque. Dagli ambienti di lavoro a quelli residenziali, dai treni alle navi, dai tessuti ai manufatti questa fibra, eterna, versatile ed economica, è arrivata fino ad oggi.
Vi sono tipologie di Amianto suddivise a loro volta in differenti “famiglie” e “tipi” che divergono non solo per forma e colore ma anche per livelli di pericolosità. Per esempio, la crocidolite della famiglia degli anfiboli è più pericolosa di un crisotilo della famiglia dei serpentini.


CRISOTILO
CRISOTILO
CROCIDOLITE
CROCIDOLITE
Ne consegue che i materiali contenenti amianto anfibolo presentano rischi più elevati dei materiali contenenti amianto serpentino.
La pericolosità dell'amianto è dovuta alla sua capacità di rilasciare fibre respirabili.
È una fibra invisibile ad occhio nudo, quella che si respira. È molto leggera ed una volta liberata rimane a lungo sospesa nell'aria dell'ambiente, continuando a depositarsi ed a risollevarsi a causa degli spostamenti d'aria, anche minimi. Si tratta di un inquinante che migra attraverso le matrici ambientali senza mai perdere le sue caratteristiche di pericolosità.
Il D.M. 6 settembre 1994, norma:
l'ispezione delle strutture edilizie,
il campionamento e l'analisi dei materiali sospetti per l'identificazione dei materiali contenenti amianto;
il processo diagnostico per la valutazione del rischio e la scelta dei provvedimenti necessari per il contenimento o l'eliminazione del rischio stesso;
il controllo dei materiali contenenti amianto e le procedure per le attività di custodia e manutenzione in strutture edilizie contenenti materiali di amianto;
le misure di sicurezza per gli interventi di bonifica;
le metodologie tecniche per il campionamento e l'analisi delle fibre aerodisperse.
1. *Amianto floccato*: Nel 1986, il Decreto Ministeriale del 6 settembre vietò l'uso dell'amianto floccato nelle costruzioni civili, industriali e commerciali.
2. *Giocattoli*: Il Decreto Ministeriale del 20 aprile 1984 vietò l'uso di amianto nei giocattoli per garantire la sicurezza dei bambini.
3. *Accessori per fumatori*: Il Decreto Ministeriale del 26 marzo 1984 vietò l'uso di amianto negli accessori per fumatori per evitare il rischio di inalazione di fibre pericolose.
Queste normative dimostrano come già prima della legge 257/92 ci fossero misure 'embrionali' già prima di normare l'amianto....
Con la Legge n. 257 del 27/03/1992 il Parlamento italiano ha vietato l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto. Con lo sciame normativo che ne è seguito il Legislatore ha esplicitato, tra le altre cose, le norme e le metodologie tecniche per la valutazione del rischio legato alla presenza di amianto negli edifici, così come i metodi analitici da adottare per l’analisi dell’amianto sia in massa sia aerodisperso in ambiente. Di particolare importanza il Decreto del Ministero della Sanità del 06/09/1994 in cui si obbliga in solido il proprietario di un immobile, sia esso civile o industriale, ad effettuare la valutazione del rischio amianto ovvero a far censire da specialisti incaricati i cosiddetti MCA (materiali contenenti amianto) ed a valutarne il rischio nei confronti della possibile presenza di occupanti. Inoltre, la presenza di MCA in un edificio comporta l’implementazione di un “programma di controllo e manutenzione” consistente in periodiche valutazioni dello stato di conservazione del manufatto, l’adozione di corrette procedure per l’attività di custodia e manutenzione e comprendente eventuali specifiche azioni di messa in sicurezza del MCA stesso.

*Anni 1980:*
*Anni 1990:*
*Anni 2000:*
*Anni 2010:*
Queste normative riflettono l'evoluzione della consapevolezza e della protezione contro l'amianto nell'Unione Europea nel corso dei decenni.
A.A.A. La sottostante Direttiva UE 2023/2668, riduce di 10 volte i limiti di esposizione ...
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